Bside Climbing School
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Marzio Nardi, biografia disordinata
Estratto col forcipe dal ventre di mia madre, nasco a Torino il 2 dicembre del 1968. Il mio stesso giorno nasce Lucy Liu, che sicuramente nessuno sa chi è, ma ha lavorato con Cameron Diaz in Charlie’s Angels: Film noto a tutti gli appassionati di spazzatura in celluloide. All’età di 10 anni volevo fare il missionario Francescano, ma dopo aver vinto la coppa come miglior giocatore al torneo delle Borgate di Reano, ho pensato bene di diventare un calciatore professionista. Pratico quindi la “professione” calcistica fino all’etaà di 16, anno in cui il mio allenatore decide di relegarmi al ruolo di centro panchina. Archiviati i sogni di sportivo professionista, affronto il mio triste destino di studente pendolare. Gli studi di odontotecnico mi portano a passare giornate intere sui mezzi di trasporto che conducono a Torino dove conosco Andrea Jannon e Arturo Navoni: baldi giovani con la passione della montagna che mi portano ad arrampicare sulle lose del palavela. L’ingresso ufficiale nel mondo dell’arrampicata lo faccio qualche giorno dopo, quando incuriosito da una pietra che sporge dal bosco vicino a casa mia, scopro il masso di Trana (Pietra Salomone) sulla quale con un paio di superga blu e dopo una serie di rovinose cadute salgo lo sconosciuto passaggio del “Ridimensionamento” che Giancarlo Grassi nella sua guida dei massi erratici descrive come “muro verdastro con inizio strapiombante” (IV-III). Due anni dopo (‘87) vinco il primo Campionato Italiano indoor. Impresa che ripeto l’anno successivo, prima di partire a militare All’eta di 20 anni cado definitivamente dentro al pentolone dell’arrampicata e ancora adesso dopo aver tirato appigli per 25 anni, perso tutti i capelli, affrontato tre operazioni, penso di non averne ancora abbastanza. Oltre ad arrampicare Mi impegno nel duro compito del padre di tre maschi (Icaro,Eugenio Ettore) che di rocce e appigli non ne vogliono sapere. Quando non ho tempo per arrampicare cerco ancora qualche emozione sulla tavoletta a 4 ruote (skate) sulla quale mi procuro regolarmente ematomi diffusi su tutto il corpo, ma che oramai è diventata compagna di molti momenti e parte integrante del mio life style Se pensate sia un campione di quelli veramente forti vi sbagliate. Ho salito al massimo vie di 8b+ (quelle che ora fanno i 15enni) e blocchi di 8 a + (c’è gente che ne sale 3 o 4 in giornata). ma l’arrampicata mi ha portato più su di qualsiasi grado, permettendomi di guardare oltre la dimensione degli appigli e creandomi un mondo tutto mio (dentro e fuori il lavoro) Se devo dire una via che mi fa sognare, penso a Master edge, salita da Ron Fawcet nell’83 se devo pensare ad un luogo che mi fa venire il vomito, dico il Tetto di Sarre dove, in epoche passate, ho spesso arrampicato, perdendo il mio tempo e alimentando la mia frustrazione in un viaggio che andava in direzione opposta a quello dell’arrampicata vera. (su roccia s’intende) Come molti, negli anni 90 ho scavato degli appigli, ogni volta che ci penso mi do del coglione. Auguro a tutti di non cadere in questo errore egoista Gli appigli di plastica sono il mio pane quotidiano. Quando traccio, rappresentano il veicolo di espressione della mia personalità e di ciò che sento in quel momento. Avvitando appigli e creando percorsi che hanno avuto una vita di un giorno, ho girato l’italia e l’europa come tracciatore internazionale. Oltre a diverse gare di coppa del mondo di difficoltà e boulder ho tracciato il Campionato mondiale di Ginevra nel 1995 e il campionato europeo di Parigi nel 96. Dal 94 al 2001 ho tracciato, in compagnia della leggenda JB Tribou, il Rock master di Arco Oltre ai mie due soci con i quali vivo un rapporto simile a quello del matrimonio (con i suoi alti e bassi) vanto amicizie variegate, quelle di cui vado particolarmente fiero sono quelle che ho con Cristian Brenna al quale sono legati alcuni dei bei momenti d’arrampicata (alcuni molto ridicoli da parte mia) e Andrea Gallo sempre per lo stesso motivo, ma anche perché è la persona con cui riesco meglio a litigare quando capita l’occasione Anche per me verrà il giorno in cui smetterò d’arrampicare, ma mi porterò sempre dietro i segni che questo sport mi ha lasciato Climbing never dies Numeri e titoli Diplomato I.S.E.F. e laureato all'UFRAPS di Lione Istruttore nazionale d’arrampicata sportiva Campione Italiano d’arrampicata sportiva negli anni 1987 e 1988 Nazionale italiana d’arrampicata dall’87 al 90 Responsabile tecnico della nazionale giovanile d al 91 al 93(terzo classificato alla prova di coppa del mondo di Boulder di Cortina nel 1998) Responsabile tecnico della nazionale senior dal 94 al97 Tracciatore nazionale ed internazionale Con la figura di Tracciatore e stato membro del comitato tecnico di numerose gare di coppa del mondo sia di difficoltà che di bouldering: (Zurigo ‘90, Ginevra ‘95 Kranj’96 ’97 ‘98, Courmayeur 97, Milano ’98 Cortina’99, Bardonechia’99 ) Tracciatore del Rock Master d’Arco di Trento dal 1995
Luca
Tutta la mia formazione, scolastica e non, è costruita attorno lo sport: Alle elementari non sapevo le tabelline ma ero "motoriamente agitato"( così scrivevano sulla pagella); alle medie mi barcamenavo in tutte le materie ma, primeggiando nello sport, compensavo le altre mie insicurezze; Alle superiori, nell '85, inizio a scalare e penso solo a quello per tutti e 5 gli anni di scuola. Le lezioni nella mia testa passano veloci perchè penso a tacche e bloccaggi, appoggiato sul gomito in prima fila col mio compagno di banco / scalata Mauro; pure le settimane passavano veloci, aspettando il martedì e il giovedì, sere dedicate al "Palavela" a spaccarsi le braccia; e aspettando, anche, la domenica il giorno dedicato alle striature nere (la falesia di tutti i torinesi in quel periodo) che raggiungevamo in treno con qualsiasi tempo. Il mio percorso scolastico non poteva che continuare con l'iscrizione all' Isef nell'88, anno in cui, peraltro, partecipo (e sottolineo partecipo e basta) a "sport roccia 88" gara a Bardonecchia con tutti i miti internazionali del periodo (Rabotou, Edligher, Glowach etc...) di cui ancora conservo gelosamente la maglietta. Già nell'80 avevo cominciato a gareggiare "slalomando" con lo skateboard; era iniziata così una carriera agonistica in giro per il mondo che finirà solo nel 2008, con alcuni titoli mondiali ed europei. Smetto praticamente di scalare tra '90 e il' 97 dedicandomi molto allo skate e alle gare di sci. Ritorno all'arrampicata nel '97, anno in cui io e Marzio apriamo il Bside. Inizia un lungo periodo da "boulderista", nuova specialità in italia in cui, da subito, mi sento più portato. Mi tolgo, infatti, qualche soddisfazione in gara con alcune buone prove di coppa Italia e qualche partecipazione in coppa del mondo. Le mie qualità eslposive vengono fuori pure nella gare di velocità, specialità in cui vinco i campionati italiani, 2 macchine e un invito al Rock master di Arco. Da un paio di anni gli acciacchi e gli infortuni alle dita prendono il sopravvento e mi costringono a scalare meno e perlopiù in falesia. Da questa mancanza riaffiorano vecchie passioni che cerco, quando riesco, di alimentare: il windsurf e il tennis. I numeri: - nato 15-12-68 - Una compagna, Letizia, e due figli Mattia e Greta - Diploma Isef - Istruttore Federale Fasi - Tracciatore federale - Dal 2003 al 2005 ho curato la rubrica sull'allenamento "inox" su alp - Falesia: fino all' 8b, - Blocchi: fino al 7c+ - Gare: Varie finali di coppa Italia miglior risultato: nel 2001 4° in coppa Italia e 6° agli Italiani e campione italiano velocità. Skate slalom: vinco 5 campionati Europei a partire dall'88 e 3 campionati mondiali (l'ultimo nel 2006).
Stecca
Nato a torino il 21-2 -1976 da un ferroviere e unamaestra d'asilo, mi distinguo immediatamente tra i coetanei per la mia magrezza quasi biafrana e vinco il nomignolo di Stecca che tuttora a quasi 35 anni (fortunatamente con qualche chilo in più), rappresenta l'unico appellativo che attira la mia attenzione quando qualcuno si rivolge a me, mamma e nonni compresi. Iinizio la mia carriera sportiva come nuotatore all'età di 7 anni, attività che mi diverte forse per un anno ma che porto avanti fino ai 13, quando mi rendo conto che tutta quella fatica non mi dava la stessa soddisfazione di una bella suonata di Djembe con gli amici. Un anno dopo divento il "libero" n° 6 dell'A.C. Di Vittorio, società fondata da una cooperativa di "Compagni Mangiabambini". Anche nel calcio non ho ottenuto grandi risultati, nonostante il più veloce a correre verso l'avversario, e il primo a buttarmi nella mischia quando finalmente i genitori a bordo campo cominciavano a menarsi. Da lì in poi, nè il volley, nè il Judo nè altro riusciva ad appassionarmi...e continuavo a suonare i bonghi....
Finalmente finisco il liceo scientifico (M.Curie) e mi iscrivo all'I.S.E.F. e ciò mi permette subito di cominciare a lavorare nello sport; inizia quindi un percorso variopinto che mi vede un po' tuttofare. Dalla pulizia del fondo nelle piscine, al bagnino, all'istruttore di boby building fino alla ginnastica dolce per gli anziani e al funk per ragazzini e non. Dopo 10 anni decido di dare una svolta: annoiato e anche un po' intristito dal fitness, nel 2003 divento parte integrante del B-side al fianco di Marzio e Luca che devo dire mi hanno trasmesso tutto ciò che conosco e che so fare in ambito scalatorio. Non sono però riusciti a guarirmi da tremolio che pervade il mio corpo appena mi infilo un imbrago, quindi ho investito nei crash-pad e nel boulder. Forse sono stati i sassi ad investirmi, a farmi ammalare di questa disciplina; forse lo scoprire i sassi, pulirli e salirli, tre fasi del bouldering secondo me di egual importanza e intensità, rappresenta per me la massima espressione dello "star bene". Non menzionerei i miei risultati in falesia anche perchè nonostante le mie dignitose salite sui sassi, (fino all,8a+), devo ancora liberare un fantastico seibbbiccci nella falesia di Plampinet. Nel tempo son diventato istruttore, tracciatore, giudice federale. Ciò che mi permette di guardare al futuro con il sorriso, oltre alle soddisfazioni scalatorie o lavorative che reputo importanti, è la mia bellissima famigliola: Debora la mia paziente compagna e le piccole Anna e Mia.